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Questa settimana tutto sarà incentrato sui più importanti attori economici. Il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti relativo al mese di agosto sarà pubblicato venerdì, mentre la settimana inizierà con gli ultimi dati dei PMI manifatturieri cinesi. Anche l’OPEC e i suoi alleati terranno riunioni, rendendo la prossima settimana molto impegnativa per l’economia globale.

Negli ultimi 18 mesi il mercato del lavoro statunitense è stato in grado di toccare minimi epocali e nuovi vertiginosi picchi di crescita. La pandemia ha sicuramente fatto la sua parte, ma abbiamo anche osservato una nuova vitalità scorrere nel cuore economico degli Stati Uniti, con più lavoratori a riempire i vuoti occupazionali.

Basta esaminare i nonfarm payroll del mese scorso. I dati di luglio hanno registrato 943.000 nuovi posti di lavoro aggiunti all’economia, ben al di sopra delle aspettative.

I dati sull’occupazione per il mese di agosto verranno pubblicati venerdì. Ovviamente i mercati presteranno molta attenzione a questi dati. Dopotutto, si tratta della pubblicazione più importante di tutto il mese. Ma il rapporto di questa settimana sul mercato del lavoro assume un nuovo carattere, date le tendenze che abbiamo visto nel 2021.

Ad esempio, i nonfarm payroll di aprile si sono attestati a 785.000 nuovi posti di lavoro, con un incremento mensile di oltre 200.000 unità. Tuttavia, a maggio la relazione sui nonfarm payroll ha visto una contrazione di oltre 500.000 posti di lavoro, arrivando a quota 269.000.

Giugno e luglio sono stati due mesi consecutivi in crescita, ma non si può fare di ogni erba un fascio. Nel recente passato abbiamo già visto dei dati eccezionali lasciare il posto a una crescita stentata il mese successivo.

La Federal Reserve ha esplicitamente legato le sue decisioni politiche alla salute del mercato del lavoro, quindi questo rapporto sarà di particolare interesse sulla scia del simposio di Jackson Hole della scorsa settimana.

Nuovo mese, nuovo rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti, ma anche una nuova serie di riunioni dell’OPEC+.

La settimana scorsa i benchmark di WTI e Brent sono scesi ai minimi da 3 mesi a questa parte, anche se da allora sono tornati leggermente a crescere, con il Brent che ha superato la soglia dei 70 USD e il WTI oltre i 67 USD.

Il cambio delle aspettative sulla domanda hanno pesato sui prezzi del greggio. I principali importatori hanno introdotto restrizioni ai viaggi o nuovi lockdown. Ad esempio, alcuni porti petroliferi cinesi sono stati chiusi a causa dell’aumento dei casi della variante Delta del COVID-19.

Tuttavia, l’OPEC+ finora ha tenuto duro: resta vivo l’impegno ad aumentare la produzione di circa 400.000 barili al giorno per ogni mese da agosto in poi. Inoltre, non c’è stato alcun motivo tale da far incrementare quella cifra su sollecitazione del presidente Biden. Per ora, il livello è di 400.000 barili al giorno in più per ogni mese.

È importante ribadire che tutto ciò che l’OPEC e i suoi alleati hanno fatto quest’anno è stato sostenere i prezzi del petrolio. Con l’aumento dei casi di COVID-19 in tutto il mondo, il filo del rasoio tra domanda e offerta su cui sta camminando il cartello potrebbe essersi assottigliato ulteriormente, ma l’OPEC+ sta probabilmente puntando sulla diffusione del vaccino per riuscire a recuperare.

Sappiamo tutti che il petrolio rappresenta un fattore chiave per la crescita economica nel nostro attuale sistema economico mondiale basato sui combustibili fossili. La Cina è il più grande importatore mondiale di greggio, quindi la sua produzione manifatturiera è oggetto di un attento esame, soprattutto alla luce del possibile calo delle importazioni di petrolio negli ultimi due mesi.

Nella lettura del PMI manifatturiero di agosto potremmo osservare gli effetti del un calo del consumo di petrolio e dell’aumento dei casi di variante Delta nell’ultimo mese.

La lettura di luglio di 50,4 punti è stata la più bassa degli ultimi 15 mesi. Il valore di 51,3 registrato a giugno è rappresentato un leggero aumento rispetto al 51,0 di maggio, ma la tendenza per la produzione industriale della seconda economia più grande del mondo sembra improntata ad un rallentamento.

Chiudere i porti non gioverà affatto alla produzione industriale, e nemmeno l’attuale prezzo elevato delle materie prime. La carenza di manodopera e l’aumento dei costi diretti hanno contribuito a rallentare anche la produzione nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Non si tratta perciò di un fenomeno localizzato esclusivamente in Cina.

Una lettura del PMI sopra 50 punti indica che si è ancora in fase di crescita, ma si osserva anche che la Cina sta pericolosamente scendendo sotto quel valore. La pubblicazione dei dati PMI di martedì renderà tutto più chiaro.

I principali dati economici

 

Date  Time (GMT+1)  Asset  Event 
Mon 30-Aug  3.00pm  USD  US Pending House Sales 
       
Tue 31-Aug  2.00am  CNH  Manufacturing PMI 
  1.30pm  CAD  GDP m/m 
  2.45pm  USD  Chicago PMI 
  3.00pm  USD  CB Consumer Confidence 
       
Wed 01-Sep  ALL DAY  OIL  OPEC Meetings 
  ALL DAY  OIL  OPEC-JMMC Meetings 
  2.30am  AUD   GDP m/m 
  8.55am  EUR  German Final Manufacturing PMI 
  1.15pm  USD  ADP Nonfarm Employment Change 
  3.00pm  USD  ISM Manufacturing PMI  
  3.30pm  OIL  US Crude Oil Inventories 
       
Thu 02-Sep  3.30pm  GAS  US Natural Gas Inventories 
       
Fri 03-Sep  1.30pm  USD  US Nonfarm Payrolls 
  1.30pm  USD  Average Hourly Earnings 
  1.30pm  USD  Unemployment Rate 
  3.00pm  USD  ISM Services PMI 
  Tentative  GBP  Monetary Policy Report Hearings 

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